Due importanti imprese nella miniera di Nuraxi Figus-Seruci, in Sardegna
Al centro del mondo, la Sardegna lo sarebbe sempre stata secondo gli studi di Sergio Frau, scrittore e giornalista italiano. La sua centralità economica, culturale si perderebbe nella notte dei tempi.
Oggi l’isola sarda continua a far parlare di sé per l’importanza legata all’avvio di progetti di innovazione scientifica dal respiro internazionale.
Sforzi titanici, prometeici in un certo senso: la scommessa nella riconversione di un vecchio sito minerario, la miniera di Nuraxi Figus-Seruci, nella provincia di Carbonia Iglesias e la scelta di quella sede come luogo idoneo allo sviluppo di ricerche scientifico-tecnologiche di frontiera, all’insegna del progresso.
La Sardegna al Centro del Mondo – Il progetto ARIA
“Quanto vasto sia ciò che ancora non sappiamo”, sostiene il fisico Carlo Rovelli, ce lo racconta l’astrofisica. L’universo visibile è solo una piccola frazione di ciò che ci circonda e conosciamo. Tutto il resto è materia oscura.
Oscura perché non si vede. Non emette luce e i telescopi non sono in grado di rilevarla. Eppure c’è. Lo dimostrano gli studi condotti presso i laboratori nazionali del Gran Sasso dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) all’interno del progetto Darkside.
La materia oscura infatti interagisce con le particelle dell’Universo conosciute. E a dimostrarlo è la forza gravitazionale che questa materia ignota esercita sulle stelle all’interno delle galassie.
Nelle miniere di Nuraxi Figus – Seruci, dove una volta veniva estratto il carbone, l’aria viene purificata nei suoi componenti fondamentali. L’Argon 40 è uno di questi. Un gas nobile comune, stabile e non radioattivo, indispensabile per lo studio della materia oscura. Elemento chimico ottenuto grazie a un distillatore criogenico, un impianto prototipo di 24 metri di altezza collocato nelle profondità della miniera tramite una tecnologia altamente innovativa che solo sei anni fa non esisteva. Questo gas una volta prodotto dalla torre di distillazione criogenica viene poi utilizzato dai fisici del Gran Sasso per studiare le particelle di materia oscura.
Sono molte altre le sfide che attendono l’ex miniera che nel futuro si auspica diventi un vero e proprio sito industriale di punta per la ricerca, soprattutto nel settore delle scienze ambientali e agricole, nella medicina nucleare e nella diagnostica medica, con un occhio di riguardo ai test di predizione dei tumori.
Un progetto di ampio respiro dunque che vedrà la collaborazione fra la CarboSulcis, la Regione Sardegna, l’Università di Cagliari e l’Università di Princeton.
La Sardegna al Centro del Mondo – Il progetto Spirulina
I progetti avviati presso l’ex miniera sfruttano ogni potenzialità del vecchio sito. La continuità con il passato si traduce in nuove occasioni di riscatto economico per il territorio. Così le grandi profondità dell’ex miniera si sono prestate ad accogliere l’installazione della colonna di distillazione criogenica. E allo stesso modo gli enormi cascami di calore a 40 gradi e l’acqua geotermica estratta dalla miniera sono stati ideali per lo sviluppo di fotobioreattori, i macchinari di ultima generazione utilizzati nella coltivazione della spirulina, microalga azzurra dalle note proprietà nutritive.
Oggi la FAO vede nella spirulina uno dei superfood del futuro. Per l’elevato numero di proteine, vitamine, minerali e altri micronutrienti. Un alimento dall’alto apporto calorico che prospetta nuove soluzioni alla malnutrizione nei paesi in via di sviluppo. Il suo utilizzo coinvolge inoltre il settore agricolo per le ottime proprietà fertilizzanti e l’acquacoltura che sfrutta la spirulina come ingrediente complementare nella composizione dei mangimi.
Ma inoltre la connessione all’attività di distillazione criogenica portata avanti dal progetto ARIA potrebbe aprire nuove possibilità di utilizzo della spirulina, soprattutto nel settore medico e farmaceutico.
È dunque un settore economico in crescita, ma poco battuto a livello imprenditoriale sia in Italia che in Europa. Oggi dominato dal mercato cinese, primo produttore dell’alga azzurra al momento. E domani invece – si spera – dal mercato sardo. Ancora una volta al centro del mondo, dell’innovazione e del progresso tecnologico.