Ce lo chiede sempre chi non ci vede da tempo e vorrebbe da noi un aggiornamento. “Come è andata? Cosa hai fatto?”. Domande che puntano i riflettori su quello che è successo. I risultati conseguiti. I nostri obiettivi, quelli veri, tangibili, realizzati. Come succede a fine anno, quando si tirano le somme, si stima un bilancio di quello che si è fatto, del miglioramento conseguito nell’arco del tempo. Ecco una retrospettiva sul CREA.
Un racconto condiviso
Cosa è successo e cosa abbiamo fatto quest’anno al CREA vorremmo raccontarlo a voi. Vorremmo mostrarvelo riassumendo i momenti di un’evoluzione che descrive ciò che il CREA è veramente. Un luogo di incontri, di idee innovative, progetti, occasioni e nuove possibilità.
Abbiamo tirato le somme dunque, di quello che si è fatto, del cambiamento avvenuto, degli obiettivi raggiunti, quelli ancora da conseguire e poi gli errori, gli sbagli, le valutazioni affrettate. Note di merito e demerito all’interno di un bilancio complessivo che dice qual è stata la direzione e cosa è stato costruito durante il tragitto.
Migliorabile, perfettibile sono gli imperativi che abbiamo scelto. Moniti da seguire per raggiungere una meta che non è mai un fatto compiuto ma un processo in continuo progresso.
I passi verso un obiettivo raccontano quanto sia stato grande lo sforzo. Quanto la grinta abbia contribuito ad abbozzare e poi a segnare una direzione pratica da seguire. L’esperienza ci ha insegnato che dall’errore è possibile ripartire e che lo sbaglio è uno stimolo, non un limite e anzi talvolta il vero successo. Perché i risultati sono frutto dei bisogni, delle cose che mancano, delle necessità a cui ancora nessuno aveva pensato, degli errori se questi servono per ricalibrare il tiro.
È allora dalla mancanza che nasce qualcosa di nuovo. Dal negativo, dall’assenza che tuttavia può diventare possibilità, occasione, inventiva, sguardo verso qualcosa di nuovo da ulteriori altezze, latitudini e angolazioni.
Una retrospettiva sul CREA
Condividiamo con voi questa retrospettiva, questo sguardo sul passato prossimo che non vuole essere nostalgico o almeno non solo e non esclusivamente. D’altronde è difficile non affezionarsi a un successo, a un lavoro accompagnato da passione, coinvolgimento e tante aspettative.
Però il vero significato di questo sguardo, il nostro sul CREA, ha in realtà a che fare con il futuro, con la scommessa di ciò che potrebbe accadere, di ciò che ognuno vorrebbe per sé e per gli altri in definitiva.
È uno sguardo che non dimentica il passato ma che anzi trae da questo la carica per arrivare al presente. E da qui salta direttamente al futuro, un luogo temporale in cui proiettare ora idee e progetti, per poi trasformarli concretamente in azioni domani.
La retrospettiva sul CREA riguarda i suoi progetti, i percorsi, gli eventi e le collaborazioni. Come una mostra artistica che riassume i momenti di un’evoluzione e descrive le influenze reciproche , gli incontri che sono stati di ispirazione, i momenti di svolta, i tentativi divenuti pratiche consolidate e di successo. Il processo, la crescita, in altri termini. È una retrospettiva su quello che è stato o meglio sulle premesse di quello che sarà domani.
Lo rivivremo insieme per tappe, con un pizzico di nostalgia per ciò che con la fine di quest’anno sta volgendo a termine ma soprattutto con l’entusiasmo per il nuovo che sta per incominciare.